martedì 19 giugno 2012

MADRE TERESA DI CALCUTTA: IL TOPO ALBANESE


Madre Teresa di Calcutta, al secolo Anjeza Gonxhe Bojaxhiu è stata una religiosa albanese di fede cattolica, fondatrice della congregazione religiosa delle Missionarie della Carità. Ritenuta santa già da viva grazie a una sagace operazione di marketing, fu beatificata a tempo di record il 19 ottobre 2003 (6 anni dopo la sua morte).
“La protettrice dei poveri” in realtà, li costringeva a vivere i loro ultimi giorni in un ospedale privo di ogni comfort, nonostante le offerte miliardarie provenienti da ogni parte, specie da bancarottieri e dittatori sanguinari.
La qualità delle cure infatti, è stata criticata dalla stampa medica (fra cui il The Lancet e il British Medical Journalche hanno riferito il riuso degli aghi delle siringhe, le cattive condizioni di vita – per via ad esempio dei bagni freddi per tutti i pazienti – e un approccio antimaterialista che impediva delle diagnosi sistematiche).
Nel 1991 il direttore di “The Lancet”, il dottor Robin Fox, dopo aver visitato la clinica di Calcutta la descrisse disorganizzata e in mano a suore e volontari senza esperienza medica, senza medici e senza distinzioni fra malati inguaribili e malati con possibilità di guarigione, che comunque rischiavano sempre più la morte per le infezioni e la mancanza di cure.
Anche lo scrittore indiano Aroup Chatterjee e la rivista Stern (che nel 1998 pubblicò un articolo fortemente critico su Madre Teresa, dal titolo “Madre Teresa, dove sono i tuoi milioni?” frutto di una inchiesta durata un anno) hanno avanzato dubbi sul reale impatto delle opere di Madre Teresa.
Aroup Chatterjee in particolare si è mostrato molto polemico nel suo libro Mother Teresa: The Final Verdict, criticando le azioni e le pubbliche dichiarazioni come la posizione antiabortista, l’estrema semplicità delle pratiche mediche del suo ordine che, per esempio era poco incline al trattamento del dolore.
Anche Michaël Parenti, figura conosciuta del movimento progressista nordamericano, ha criticato le sue relazioni con alcuni personaggi quali Keating o “Baby doc”, il dittatore haitiano Jean-Claude Duvalier. Secondo lui madre Teresa avrebbe usato soprattutto per se stessa le donazioni raccolte
Sanal Edamaruku, Segretario Generale dell’Associazione Razionalista Indiana, ritiene che l’ordine di madre Teresa sia molto poco attivo nella lotta contro la miseria indiana. Secondo lui, Madre Teresa avrebbe imbrogliato un grande numero di donatori benintenzionati nascondendo le sue relazioni con i dittatori così come si distingueva nella scarsa visibilità alla destinazione dei fondi raccolti
Christopher Hitchens ha fortemente criticato Madre Teresa per la mancanza di trattamenti sanitari nei confronti dei malati – specialmente bambini – in cura presso di lei, e il suo incoraggiamento ad accettare la povertà e la miseria: Hitchens, nel suo documentario per Channel 4 (clicca qui per vedere il video), mostra Madre Teresa che dice a un moribondo «Stai soffrendo come Cristo in croce, di sicuro Gesù ti sta baciando!», e lui che risponde «Per favore digli di smettere di baciarmi».
Nel giugno del 2001, Hitchens fu chiamato da padre David O’Connor dell’Arcidiocesi di Washington a rendere la sua testimonianza nella causa di beatificazione di Madre Teresa, a svolgere cioè quel ruolo che prima, fino al 1983, era detto dell’Avvocato del Diavolo. Ecco una parte della sua dichiarazione:
“…ero arrivato alla conclusione che fosse non tanto un’amica dei poveri quanto un’amica della povertà. Lodava la povertà, la malattia e la sofferenza come doni dall’alto, e diceva alle persone di accettare questi doni con gioia. Era adamantinamente contraria alla sola politica che abbia mai alleviato la povertà in tutte le nazioni – e cioè dare potere alle donne ed estendere il loro controllo sulla propria fertilità. La sua celebre clinica di Calcutta in realtà non era che un ospizio primitivo, un posto dove la gente andava a morire, un luogo dove le cure mediche erano poche, quando non addirittura inesistenti Aveva fatto amicizia con tutta una serie di ricchi truffatori e sfruttatori, da Charles Lincoln della Lincoln Savings & Loans, alla ripugnante dinastia Duvalier di Haiti, accettando da entrambi generose donazioni di denaro che in realtà era stato rubato ai poveri.”

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