Copio
e incollo questa lettera di denuncia, comparsa nella pagina amica Bibbia Eretica a Fumetti II,
dopo che la loro prima pagina è stata bannata.Gentile
direttore/moderatore
con
questa mia lettera vorrei portare all'attenzione sua e dei lettori la
situazione sulla libertà di espressione in Italia, con particolare
riguardo all'ambito religioso.
Sono
fondatore di una pagina facebook con oltre 43mila fans,recentemente
bannata a causa di insistenti segnalazioni di fanatici religiosi,
appoggiati dal controverso blog Pontifex.com.
La
mia pagina era nata con l'intento di essere un luogo di discussione
su temi quali la laicità dello stato, i diritti civili, scienza ed
evoluzionismo,filosofia, storia del cristianesimo, oltre a proporre
immagini e video religiosi in chiave umoristico/satirica. Il
regolamento della pagina sconsigliava anche la bestemmia perché
considerata una forma di maleducazione al pari delle altre comuni
norme di netiquette.
Tutto
questo è stato cancellato e censurato in nome del rispetto (e
privilegio)che la religione dovrebbe godere da parte di credenti e
non. Il crescente fanatismo nella rete virtuale (accentuato
dall'annullamento dei legami interpersonali) si manifesta
nell'atteggiamento da Santa Inquisizione che si è evoluto dal
bruciare libri a chiudere pagine internet. Un ritorno di
fiamma(oserei dire) che desta in me serie preoccupazioni: dove
finisce la mia libertà di espressione? È giusto che contenuti
rivolti espressamente verso un pubblico di non credenti siano
censurati per non urtare la sensibilità di chi ha fede?
Purtroppo
sono costretto segnalare quanto l'art 21 (sulla libertà di
pensiero)sia un diritto riconosciuto ancora solo formalmente. Parlare
di ateismo o rivolgere una critica al cattolicesimo è consentito
certo,ma sarebbe preferibile agire nel sottobosco, scambiarsi
opinioni e scritti come fossimo membri di moti carbonari. Il nostro è
un piccolissimo esempio, ma emblematico della situazione italiana in
cui la secolarizzazione avanza, ma mass media e poteri forti sono
ancora monopolizzati dalle sfere ecclesiastiche.
L'equivoco
di fondo sta nel fatto che la religione non costituisce un elemento
della sfera personale di un individuo, quanto strumento di
sopraffazione nei confronti di diverse sensibilità e visioni della
vita. Tutti sono liberi di credere e di professare, ma tutti
dovrebbero essere liberi di non credere e di criticare.
Nutro
ancora speranza verso una mentalità più aperta e moderna e non mi
farò abbattere da questo fastidioso imprevisto. Il tempo dei roghi
appartiene al passato e io voglio guardare al futuro. L'ateo si
batterà sempre per la difesa della libertà di opinione, anche dei
credenti.
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Morgan -